I dati relativi alle caratteristiche di pazienti positivi al SARS-CoV-2, in età pediatrica, in carico ai pediatri delle cure primarie (quindi non ospedalizzati) sono molto scarsi in letteratura. Abbiamo valutato, attraverso l’uso di un questionario, le caratteristiche cliniche di pazienti frequentanti le scuole, nell’area di Genova. A tutti i Pediatri di Famiglia (PdF) iscritti a FIMP Genova è stato inviato un questionario online. Abbiamo chiesto di raccogliere dati dal 14 settembre (inizio delle scuole a Genova) al 22 novembre 2020. Il questionario prevedeva la raccolta di dati relativi a soggetti in età pediatrica (0-16 anni), iscritti ai PdF, con sintomi che rientravano nella definizione di “caso sospetto” di infezione da SARS-CoV-2. Ai PdF veniva chiesto di compilare il questionario solo per i soggetti risultati positivi al tampone naso-faringeo. Il questionario è stato completato da 41 PdF (su 80); ulteriori 9 hanno inviato solo dati parziali.
Scopo del presente studio è quello di valutare, attraverso le risposte al questionario, alcune caratteristiche cliniche di presentazione dei soggetti risultati positivi al test per SARS-CoV-2 durante un periodo di osservazione di 9 settimane.
Sono stati registrati 510 casi risultati positivi per SARS-Cov-2 provenienti dai 41 pediatri che hanno partecipato allo studio. A questi, vanno aggiunti i dati degli altri 9 pediatri, che non hanno compilato il questionario, raggiungendo un totale di 7057 tamponi richiesti (ed effettuati) con 916 positivi, pari a una incidenza del 13%. La classe d’età più rappresentata è quella tra i 6 e gli 11 anni. La febbre era il sintomo più frequente in qualsiasi età, con una maggiore espressività al crescere dell’età. La tosse era solo quarta come sintomo di “presentazione”, preceduta da rinorrea e ostruzione nasale. Per quel che riguarda la catena del contagio (contatto stretto di positivo al SARS-Cov-2 oppure no) abbiamo registrato che circa il 55% dei casi aveva dichiarato un contatto stretto (intra- o extrafamiliare), tale percentuale calava con l’innalzarsi dell’età.
Questa nostra esperienza conferma che si può fare ricerca clinica in pediatria del territorio, che ha a disposizione dati relativi ai cosiddetti “outpatient”, in numero più rilevante rispetto ad altri setting.