Il Papilloma Virus Umano o HPV (acronimo di “Human Papilloma Virus”) è un virus a DNA appartenente alla famiglia dei Papillomaviridae, patogeno solo per l’essere umano. L’infezione da HPV è molto diffusa, colpisce in modo uguale gli uomini e le donne ed è trasmessa prevalentemente per via sessuale. Si stima che fino all’80% di coloro che hanno una vita sessuale, uomini e donne, prima o poi vengono a contatto con questi virus (non occorre un rapporto sessuale completo). Nella maggior parte dei casi l’infezione è transitoria e priva di sintomi evidenti poiché il sistema immunitario dell’ospite riesce a eliminare il virus. Altre volte si può manifestare attraverso lesioni benigne della cute e delle mucose, i condilomi. Se il sistema immunitario non riesce a debellare il virus e quindi vi è la persistenza dell’infezione, questa può determinare l’insorgenza di forme tumorali quali il tumore della cervice uterina. Finora sono stati identificati più di 120 tipi di HPV, distinti e classificati in base al rischio di trasformazione neoplastica, di questi 40 infettano le vie ano-genitali. Le ripercussioni cliniche sono legate al tipo di ceppo virale con cui si viene a contatto. I diversi tipi di HPV sono distinti ad alto e basso rischio di trasformazione neoplastica. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha confermato l’evidenza oncogena per 12 tipi di HPV. Di questi due sono classificati ad alto rischio: l’HPV 16 e 18 poiché si sono rivelati i principali responsabili dell’evoluzione dell’infezione a carcinoma della cervice uterina. Il cancro del collo dell’utero è una malattia di rilevanza mondiale. Purtroppo i sintomi inizialmente possono essere del tutto assenti, oppure così lievi e sfumati da passare inizialmente completamente inosservati. Nel progredire, possono comparire i tipici sintomi quali sanguinamenti dopo un rapporto sessuale e leggero dolore durante lo stesso, perdite vaginali acquose o sanguinolente, talvolta la presenza di un odore sgradevole. In Italia, il carcinoma della cervice uterina rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età e i fattori di rischio riguardano fondamentalmente tutte le condizioni che favoriscono l’infezione quali il basso livello socio-economico (con scarso accesso alla prevenzione), il numero di partner, la giovane età d’inizio dell’attività sessuale e la parità 1.
Anche per altri carcinomi come quello della vulva e della vagina nelle donne, del pene negli uomini e dell’ano in entrambi sessi e dei cancri extragenitali testa-collo (cavità orale, faringe, laringe) l’infezione da HPV rappresenta il principale fattore di rischio. Quindi HPV e cancro un problema non soltanto femminile.
I tipi di HPV 6 e 11 sono detti a “ basso rischio”, perché sono associati a lesioni benigne come i condilomi genitali. Questi sono responsabili di circa il 90% della comparsa di verruche in sede genitale, su cervice uterina, vulva, vagina, perineo o ano, oppure extragenitale a livello di naso, bocca o laringe. Queste lesioni possono manifestarsi come escrescenze grandi anche qualche centimetro dall’aspetto simile alla cresta di un gallo, in questi casi si parla di condilomi acuminati. Le verruche e i condilomi possono provocare prurito, fastidio e dolore di lieve entità. Nella popolazione maschile i condilomi sono più diffusi che nella popolazione femminile. La presenza di condilomi o verruche non deve essere associata a un maggiore rischio di insorgenza tumorale.
Per questo è molto importante la prevenzione primaria tramite la vaccinazione e la prevenzione secondaria attraverso i programmi di screening (con Pap-Test o HPV-Test). Questo tipo di screening rientra nel Livelli Essenziali di Assistenza, e solitamente si è invitate a partecipare gratuitamente tramite lettera inviata dalla propria ASL di competenza.
L’infezione da papilloma virus è la più diffusa Malattia Sessualmente Trasmessa (MST) al mondo.
L’impatto delle infezioni e delle malattie HPV-correlate sulla sanità pubblica è notevole.
Il carcinoma della vulva, della vagina e dell’ano e dell’orofaringe rispetto a quello della cervice hanno un minore indice di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi anche perché non sono inseriti nei programmi di diagnosi precoce.