In generale si potrebbe dire che buona parte dell’assistenza alle patologie croniche trattate esternamente agli ospedali è efficiente come risultato, anche se la qualità è spesso lontana dall’essere ottimale; si potrebbe aggiungere che molti pazienti non collaborano con le istituzioni e probabilmente meno del 50% segue correttamente il trattamento prescritto. E questo si verifica anche in età pediatrica.
E nel caso della dermatite atopica (Da) in età pediatrica i genitori non sono adeguatamente informati dello stato di salute dei propri figli; pochi genitori sono aiutati a gestire le cure o ad assumere la responsabilità di tali cure. Tutto questo nonostante molti pediatri siano altamente competenti nella diagnosi e nella cura, ma pochi dedicano tempo ed educano i propri pazienti e le loro famiglie a gestire la loro patologia.
Eppure la DA è la condizione dermatologica pediatrica più comune in tutto il mondo; nell’ambito delle malattie cutanee l’eczema rappresenta la principale causa di DALY (anni di vita vissuti in condizioni di salute non ottimale) con una variazione quasi nulla negli ultimi 20 anni; è facilmente diagnosticabile e con un trattamento adeguato è relativamente facile da curare e gestire. Ma se scarsamente controllata diventa invalidante per i pazienti e le loro famiglie e la scarsa adesione al trattamento spesso si traduce in esiti insoddisfacenti. Ad esempio, la paura di usare cortisonici, ovvero la “corticofobia”, è un problema frequentemente espresso tra il 40 e il 73% dei pazienti e/o dei loro genitori ed è un’importante causa di non-aderenza a un trattamento e di fallimento terapeutico.