L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera il maltrattamento e l’abuso all’infanzia un serio problema di salute pubblica, un fenomeno molto più esteso di quanto si possa immaginare, sia a livello globale che nazionale, con gravi conseguenze a breve, medio e lungo termine sulla salute e sul benessere dei bambini e dei futuri adulti, e con ripercussioni sulla società tutta.
La violenza sui minori ha profonde radici culturali e sociali e la maggior parte degli episodi di violenza sui bambini avviene proprio all’interno delle mura domestiche, che così rappresentano, per assurdo, il luogo più pericoloso: nel 2016 nel nostro Paese sono stati 1.618 i reati su bambini/e vittime di maltrattamento in famiglia (di cui il 51% bambine), con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente.
Per comprendere l’effettivo impatto di questa problematica, basti considerare i costi diretti e indiretti che essa comporta, in termini di servizi sanitari, servizi sociali, istruzione, costi legati al sistema giudiziario e alla mancata produttività: in Italia, dati di CISMAI, Università Bocconi e Terres des Hommes stimano tale costo pari a circa 13,056 miliardi di euro/anno, equivalenti allo 0,84% del PIL.
Pertanto, per contrastare il fenomeno del maltrattamento e abuso all’infanzia attraverso efficaci azioni di prevenzione e di cura, è innanzitutto indispensabile individuarne a vari livelli i fattori di rischio, per mettere successivamente in atto interventi di protezione tesi a minimizzare le sofferenze dei bambini, a sostenere il loro sviluppo e a promuovere le loro competenze.