Il giorno 11 giugno 2016 è mancato all’affetto dei suoi cari Carlo Marchi, all’età di 82 anni.
Per i pediatri più giovani Carlo è un illustre sconosciuto, ma è stato uno dei padri fondatori della Fimp nella quale ha ricoperto vari incarichi di responsabilità. Lo ricordo in particolare Segretario Regionale dell’Emilia Romagna e Direttore dal gennaio 1992 al 1994 del nuovo periodico della FIMP “Il Medico Pediatra”, dove ha potuto esprimere al meglio il suo carisma di opinionista. Già nell’editoriale del primo numero il proponimento espresso era “di voler fare opinione, in quanto la FIMP è un’organizzazione ‘politica’ e deve avere uno strumento che ne proietti l’immagine all’esterno, pena l’anonimato e la sopraffazione da parte di altri sindacati medici solo numericamente più forti. Qui non conterà più il numero bruto degli iscritti, ma la forza delle idee. E in questo campo sappiamo di poter essere vincenti”.
E riguardando con un po’ di tristezza i primi numeri del periodico vi ho ritrovato nei contenuti suoi e dei vari collaboratori coerenza col progetto ed entusiasmo nel proporre nuovi scenari assistenziali legati a una visione moderna del nostro ruolo.
Legato a lui da profonda stima e affetto, non posso non ricordare come mi abbia più volte invitato a presentare all’estero il modello italiano di pediatria, e soprattutto invitato e sollecitato a essere presente e attivo in ambiti pediatrici più ampi della dimensione prettamente sindacale: penso in particolare ai Simposi di Saint Vincent organizzati dall’OMS Euro sui temi dell’applicazione della Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e sulla Bioetica, concorrendo grandemente alla mia formazione sindacale e professionale.
Come pediatra ha aggiunto al suo ruolo principale di pediatra di famiglia a Formigine (Modena) esperienze all’estero sia in Zimbabwe come Esperto Pediatra per il Ministero degli Affari Esteri, sia in Brasile quale Visiting Professor presso l’Università Potiguar a Natal RN.
L’amore per il Brasile lo ha portato anche a scrivere un romanzo, Maria Beatriz do Mar, la ragazza che parlava con i delfini, ispirato dalla profonda conoscenza della gente semplice nei piccoli paesi del Brasile, dove il mondo magico si fonde con quello reale, romanzo che gli ha fatto vincere nel 2015 il primo premio nella sezione narrativa Cesare Pavese, dell’AMSI.
In pensione anticipata per malattia, si era allontanato dalla Fimp negli ultimi anni della sua attività professionale.
Alla moglie Laura Malmusi – anche lei pediatra di famiglia – le nostre più sentite condoglianze.