In Italia la popolazione fino a 14 anni rappresenta circa il 14% della popolazione generale (8.350.000 secondo l’ultimo censimento). Il loro stato di salute è buono, nonostante l’aumento di patologie croniche e le maggiori problematiche di tipo psicosociale. I bambini italiani godono della assistenza pediatrica di base, un servizio unico nel panorama europeo, e la utilizzano frequentemente. Secondo i dati dell’Osservatorio ARNO, il 57,7% della popolazione assistita dai pediatri di famiglia riceve almeno una prescrizione farmaceutica ogni anno, con incremento netto dei bambini trattati tra 0 e 5 anni (77%). L’uso di farmaci nel trattamento dei bambini è quindi abbastanza esteso.
Molto più limitate sono le nostre conoscenze sull’uso dei farmaci di automedicazione in pediatria, siano essi SOP o OTC, poiché i dati che conosciamo derivano da dati di vendita e non sono quindi attribuibili con sicurezza a questa fascia di età, se non per i farmaci le cui formulazioni sono specifiche per l’uso pediatrico.
La scarsa conoscenza di una ampia area del trattamento farmacologico nei bambini pone problemi relativi a modalità di somministrazione, aderenza alla terapia, opinioni e attitudini dei genitori, capacità di somministrare i farmaci in modo autonomo secondo le indicazioni del farmaco stesso. L’indagine effettuata da FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatri sull’attitudine dei genitori alla automedicazione in pediatria evidenzia che il 20% dei genitori non consulta il foglietto illustrativo dei farmaci ed ignora i potenziali effetti collaterali pur essendo preoccupata che possano manifestarsi (77% degli intervistati).
Molti genitori non conoscono le modalità di prescrizione del farmaco che hanno in casa, cioè se esso è di libera vendita o necessita di prescrizione, ed utilizzano molti dei farmaci di cui dispongono per terapie improprie.
Come altri studi evidenziano, è soprattutto la madre che si occupa di acquisire le informazioni sui farmaci per i bambini e le ottiene in primo luogo dal pediatra di famiglia (94%), secondariamente dal proprio medico di medicina generale (71%). Libri, riviste specializzate e non, televisione e internet non sono ritenute fonte sicura di informazione e meno del 30% dei genitori utilizza questi mezzi per avere informazioni sulle terapie da effettuare.
Diversamente da analoghe indagini effettuate in altri paesi, scarso è il ruolo del farmacista nel fornire indicazioni sull’uso dei farmaci nei bambini (solo il 10% dichiara di utilizzare spesso questa fonte).
La maggior parte dei bambini oggetto dell’indagine (97%) si trova in buona salute, secondo quanto percepito e dichiarato dai genitori. Il 10% circa soffre di malattie croniche, diagnosticate dal medico, soprattutto allergie respiratorie e intolleranze alimentari e oltre la metà degli intervistati riferisce che il proprio figlio presenta dei disturbi al momento della compilazione del questionario. I sintomi più comuni sono quelli legati alle flogosi delle alte vie respiratorie (raffreddore tosse 37%), alle allergie (rinite allergica, eczema 23%). Molto elevata è la prevalenza della stipsi (17%) e dei disturbi psicosomatici quali agitazione e irritabilità (15%) e disturbi del sonno (9%).
Il 12% dei bambini ha usato farmaci con obbligo di prescrizione, il 20% circa ha utilizzato nei giorni precedenti l’indagine farmaci senza obbligo di ricetta e integratori, il 10% ha utilizzato farmaci omeopatici. Dal questionario emerge con chiarezza che non esiste nei genitori la conoscenza delle modalità di prescrizione diversa per i farmaci, ovvero quali di essi debbano essere dispensati con ricetta. Inoltre molti genitori non conoscono la differenza tra integratori alimentari e farmaci: il 60% dei prodotti somministrati, che i genitori indicano come farmaci, sono in realtà integratori alimentari o fitoterapici.
Tra i farmaci più utilizzati vi sono soprattutto antipiretici e antiinfiammatori, tra gli integratori soprattutto i probiotici e alcuni vitaminici.
La conoscenza e le attitudini dei genitori verso l’uso corretto dei farmaci rappresentano una premessa importante per trasmettere ai figli conoscenze e capacità di utilizzare in modo razionale il farmaco.
I risultati preliminari dell’indagine indicano la necessità di sviluppare modalità di informazione sull’uso corretto dei farmaci rivolte in modo mirato ai genitori ed ai ragazzi in età adolescenziale, valutando in modo approfondito l’atteggiamento, la percezione dell’utilizzatore e i numerosi fattori che li influenzano.