In assenza di screening e di diagnosi obiettiva entro i primi mesi dalla nascita, la sordità infantile viene identificata a circa 18-24 mesi e quindi comporta ritardi terapeutici con conseguenti problemi e difficoltà nell’apprendimento del linguaggio, nonché nello sviluppo globale, cognitivo e affettivo del bambino e riduce le sue potenzialità sociali in grado tanto maggiore quanto più severo è il danno uditivo. è oggi universalmente accettata, come proposto da molti organi internazionali, tra cui il Joint Committee on Infant Hearing (JCIH) Year 2007 Position Statement (American Academy of Audiology, American Academy of Pediatrics, American Speech-Language-Hearing Association, Council on Education of the Deaf e Directors of Speech and Hearing Programs in State Health and Welfare Agencies) l’attuazione di programmi per l’identificazione universale dei neonati con perdita uditiva. Lo scopo è che tutti i neonati con perdita uditiva siano identificati e diagnosticati prima dei 3 mesi di età e ricevano interventi di tipo protesico-riabilitativo entro i 6 mesi di età.