La FIMP aderisce all’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE): Vietare il glifosato e proteggere le persone e l’ambiente dai pesticidi tossici.
È stata aperta una raccolta di firme con cui “Si invita la Commissione europea a proporre agli Stati membri l’introduzione di un divieto di utilizzare glifosato, a riformare la procedura di approvazione dei pesticidi e a fissare obiettivi di riduzione obbligatori al livello dell’UE per quanto riguarda l’uso dei pesticidi”.
Gli obbiettivi principali dell’ICE sono quelli di:
- vietare gli erbicidi a base di glifosato, una sostanza messa in relazione con il cancro negli esseri umani e con il degrado degli ecosistemi;
- garantire che la valutazione scientifica dei pesticidi per l’approvazione regolamentare dell’UE si basi unicamente su studi pubblicati, che siano commissionati dalle autorità pubbliche competenti anziché l’industria dei pesticidi;
- fissare obiettivi di riduzione obbligatori per l’uso dei pesticidi al livello dell’UE, in vista di un futuro senza pesticidi.
Il glifosato è un composto fosfonato organico brevettato come erbicida. Si utilizza ampiamente sia su colture arboree ed erbacee sia in aree non destinate all’agricoltura. Di recente l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) , sulla base dei risultati di un’analisi di tutta la documentazione scientifica evidence based disponibile su cinque insetticidi ed erbicidi organofosfati, ha classificato il glifosato nel gruppo 2° A che comprende le sostanze “cancerogene probabili” per l’uomo.
In contrasto con quanto definito dall’IARC, un gruppo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) incaricato di una revisione paritetica della letteratura sul glifosate ha concluso: “…che è improbabile che il glifosato sia genotossico (cioè che danneggi il DNA) o che rappresenti una minaccia di cancro per l’uomo…”
In merito alle valutazioni più rassicuranti presentate dall’EFSA, lo IARC ha sottolineato di aver preso in considerazione solo studi di dominio pubblico, anche di fonte industriale, sottoposti a peer review mentre ha escluso studi non di dominio pubblico, riguardanti sperimentazioni su animali, che non erano stati sottoposti a una revisione scientifica indipendente.
Le conclusioni dell’EFSA, inoltre, sono state criticate in un articolo che riporta una meticolosa analisi, svolta da un gruppo di scienziati indipendenti, sul modo in cui i due diversi enti hanno valutato la letteratura scientifica. EFSA avrebbe valutato i dati in maniera poco trasparente, utilizzando studi condotti dai produttori stessi e ignorando evidenze sulla genotossicità del glifosato provenienti da studi umani o sperimentali.
L’Italia ha vietato l’uso del glifosato in luoghi pubblici come “parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili e aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie”. In agricoltura è proibito solo nel periodo che precede il raccolto e la trebbiatura. La Commissione Europea invece ha autorizzato l’uso del glifosato sino alla fine del 2017, da anni si è in attesa di un suo pronunciamento definitivo di divieto d’uso.