Dal mio osservatorio privilegiato di Pediatra di Famiglia con esperienza professionale ormai trentennale, voglio invitare alla riflessione su di tema che diventa sempre più attuale e impegnativo: l’infanzia negata. Assistiamo inermi e impotenti a tutta una serie di stimoli, messaggi subliminali, campagne pubblicitarie poste in essere dalle multinazionali del commercio e dai moderni mezzi di comunicazione – in particolare Internet e social – che in definitiva stanno accorciando sempre più l’età dell’infanzia, della spensieratezza, della tranquilla e progressiva maturazione in seno al calore e alla sicurezza della famiglia. E, purtroppo, le cronache giornalistiche riferiscono con allarmante frequenza di fenomeni quali la baby prostituzione o il bullismo minorile. Inoltre tutte le analisi dei mutamenti comportamentali dei giovani evidenziano un abbassamento progressivo dell’età dei primi rapporti sessuali, la tendenza alla promiscuità degli stessi e l’altissima percentuale di minori che fumano, fanno uso di alcol o di droghe leggere, spesso in gruppo e con scarsissimo grado di consapevolezza. Ancora, se diamo un’occhiata ai profili, alle foto e a quanto postato dai ragazzini, spesso ancora prepuberi, sui social percepiamo senza dubbio questa corsa a bruciare le tappe e anche la tendenza da parte di minori a rapportarsi con superficialità con adulti, talvolta sconosciuti e dalle incerte e non sempre benevoli intenzioni.