Care Colleghe e cari Colleghi, questo editoriale giunge a ridosso della recentissima firma dell’Accordo Collettivo Nazionale relativo al triennio 2019-2021. A differenza del precedente Accordo Collettivo, firmato nel febbraio 2022 al termine di un iter lunghissimo e poliennale, questo Accordo ha visto una contrattazione relativamente breve.
Si tratta di una scelta ben precisa, volta a superare il ritardo oramai cronico della contrattazione che vedeva regolarmente la firma di Accordi Collettivi relativi a trienni oramai trascorsi da tempo. Sotto questo punto di vista è bene ricordare che l’Accordo Collettivo è uno strumento, frutto di contrattazione tra la parte sindacale e la parte pubblica, che essendo soggetto all’Atto di indirizzo, cioè alle indicazioni relative al comparto della Conferenza Stato-Regioni, contiene una serie di sviluppi normativi che sono parte integrante del nostro modo di lavorare e quindi della nostra attività quotidiana. In altre parole, l’Accordo Collettivo non è un soltanto semplice insieme di regole o, al limite, un modo per fare avere alla categoria i giusti aumenti contrattuali. È certamente queste cose, ma è anche uno strumento che contiene in sé elementi di programmazione e di strategia, che permettono di traghettare la Pediatria di Famiglia nel futuro.
Per questo motivo, abbiamo ritenuto importante chiudere questa partita e pensare fin da ora al prossimo Accordo Collettivo che prevedibilmente conterrà elementi normativi tali da iniziare a mettere mano a un’ormai non più rinviabile riforma della medicina territoriale.
Certamente l’Accordo appena firmato contiene spunti molto importanti, uno fra tutti l’aver mantenuto quell’insieme di deroghe al massimale che sono fondamentali per la categoria e la sua specificità, per esempio la deroga senza limitazioni alle scelte per ricongiungimento, risultato importante perché controcorrente rispetto alla volontà della parte pubblica di stabilire un limite rigido e invalicabile al massimale di scelte. Ancora, l’Accordo appena firmato contiene finalmente una rivalutazione economica che, pur prevista nella Legge di Bilancio, finalmente inverte la tendenza alle cosiddette ‘isorisorse’ che tanto ci ha penalizzato negli scorsi anni. Ma, al di là di questi pure importanti dettagli, il dato nuovo è che la contrattazione tornerà nei tempi fisiologici, consentendo al nuovo Accordo Nazionale, quello relativo al triennio 2022-24 sul quale stiamo già ragionando, di essere quello strumento di programmazione e riforma, oltre che di giusta valorizzazione economica e normativa, che può proiettare la categoria nel futuro, mantenendone specificità e peculiarità.